giovedì 15 settembre 2011

ZAPPING CON LORD MADNESS by RapBurger



Zapping è una rubrica di racconti e immagini. Un misto tra una chiacchierata guardando distrattamente la TV e un test psicologico. Ad ogni frame è collegata un’ opinione, ad ogni cambio di canale corrisponde un pensiero spontaneo.
Il rapper romano Lord Madness è il primo ospite di questa rubrica, sentiamo i suoi link mentali dove l’hanno portato, entriamo nel suo viaggio.







Lord Madness: Tavor da un grammo, please! Metti stia scrivendo e mi cascasse il portatile dalle gambe, magari il monitor si rompesse. Quanto credi possa resistere senza tirare un cazzotto al muro? Ok, questa era un po’ per tutti, alla fine a chiunque salterebbero i nervi. Te ne dico un’ altra. Giornata tranquilla, in un momento inaspettato arriva lei, la temibile crisi di panico. Se vuoi ti descrivo i sintomi, ma alla fine basta dire che è una delle robe più pesanti che ci sono. Ti senti morire, vuoi che quel malessere finisca al più presto. Non sei tentato? La scatolina è là, un bicchiere d’acqua ce la farai a riempirlo, no? A parte qualche difficoltà a deglutire, la calma era dietro l’angolo anzi, dentro il cassetto. Amore e odio? Fonderei le due parole e ne farei una: necessità. E’ una necessità che va a periodi, ma non vorrei ammazzare qualcuno solo perchè mi rode il culo, tra l’altro sono esile e buono, quindi sono più pericoloso di uno grosso e cattivo.




Lord Madness: Oh no, ti prego, il Kebab no! Sono un pasticcione, mi cascano pezzi di carne e le mie magliette bianche si tingono di ogni salsa, poi mi fa male lo stomaco e vomito in pubblico. Sì, direi meglio la pizza, una boscaiola preferibilmente. Anche se poi questa sarebbe un ripiego, perchè in quel momento non c è il vero amore della mia vita, l’ amatriciana. Potrei mangiare fino a scoppiare, anzi diffidate da chi ci mette pancietta e non guanciale.






Lord Madness: Vediamo se ricordo correttamente la rima… ecco faceva così: “Se il bboy dell’ultim’ora parla non lo sa, che io sono suo papà…”. Mi riconosco in  questo verso, quando non pensavo che il rap italiano esistesse mi capitò di vedere un video degli Articolo 31, loro furono la prima realtà nostrana della quale venni a conoscenza, parlo del 1994. Ho trovato spesso ingiustificato l’accanimento verso di loro, in primis perchè non potevi negare il grande talento e il forte impatto comunicativo che avevano sulla gente, secondo fare pezzi, per così dire, “radio friendly” non è poi così facile, se lo fosse sai quanti artisti underground vedresti fare hit? L’ipocrisia non l’ho mai digerita. Imputavano ad Ax e Jad di essere il male. Cosa? Il male? Quante teste hanno mosso? Quanti sono diventati amanti dell hiphop dopo aver scoperto loro? Tutto può piacere o meno, per carità, possiamo anche fare tavole rotonde per discutere di certe scelte, ma alla fine ‘sti cazzi, no? Ax ha sempre parlato di strada senza sbandierare spocchia, cosa che ora si fa per ottenere più consensi, tra l’altro è facile giudicare quando si hanno soldi e vita agiata, chi viene dal basso quei soldi li vuole fare, se ne ha la possibilità, con quello che gli piace. Meglio prima o dopo alla fine non è questo che mi interessa sottolineare. Un po’ come con Fibra, ci si dimentica spesso del valore artistico per dare giudizi sull’ etichettà, sulla scelta delle basi ecc… ma c’è chi ha fatto la storia quando molti altri non avevano nemmeno cominciato, me compreso. La cosa che alla fine fa strano è che ora vengano rivalutati questi artisti, senza poi conoscerli a fondo. Ma come? nei ’90 eri una merda se vendevi i dischi e ora sei una merda se non li vendi? Le idee fanno capovolte e tripli carpiati, ma valutate in base a ciò che sentite non in base a ciò che vi hanno detto o altre stronzate simili. In conclusione, questo artista vende? Sì? No? Ma ‘sti cazzi! Non è meglio rispettarlo in base alle sue qualità?




Lord Madness: Facciamo finta che io sia il giudice. Immaginiamoci di essere in un tribunale. “Silenzio in sala per favore! Siamo qui per giudicare il signor Anonimo Coglione. Prego Coglione si segga. Lei è accusato di aver scrtitto il proprio nome sul Colosseo, cosa ha da dire in sua discolpa?” A quel punto l’Anonimo Coglione risponderebbe  : “Signor Madness Giudice, io faccio parte di un movimento artistico chiamato Writing, un writer scrive ovunque il proprio nome, è come una testimoniaza del suo passaggio, non ho commesso nessun atto vandalico”. Io, giudice, avrei detto così: ” Mi dispiace imputato Coglione,  il Writing è un’ altra cosa, è arte, ma lei ha dimostrato di non farne parte davvero del movimento, un vero artista, che sia di strada o meno, sa ripettare l’arte altrui, specie se ha grande valore storico. Lei è condannato! La condanna è chiedere umilmente perdono per aver abusato della parola Writing…” . L’anonimo Coglione avrebbe sorriso e tirato un sospiro di sollievo. “…ora porga la mano con la quale ha commesso il fatto, non abbia paura, la porga qua su banco, ecco così… cancelliere mi passi l’accetta”.




Lord Madness: Oh oh qualsiasi cosa dico può essere usata contro di me vero? Della serie “Madness è un invidioso”, “Madness  rosica del successo altrui”, “Madness scrive cose senza senso, ecco perchè non ha successo” etc. Però qualcosa va detto. Madness si fa un culo che nemmeno immaginano, scrive di notte, scrive sul lavoro, pensa al modo per lui migliore di gestire la voce e sperimenta nuove metriche perchè non si accontenta mai. Madness ama l’evoluzione ed è sempre autocritico. Madness se fa un video di 100 euro di più fa la fame per 10 giorni, stringe la cinta. Madness non può permettersi cose che altri possono permettersi. Purtroppo Madness è anche un povero idiota che credeva che per avere riscontri bisognasse possedere elementi meno materiali dei soldi. Madness non ha i soldi per fare più soldi. In definitva l’acqua va al mare, dove c’è siccità si può provare a farci arrivare due goccie in più, ma da ‘ste parti piove poco. Madness sta preparando due acquazzoni, uno più grosso dell’altro. Il primo si chiama Il Settimo Cerchio, con la nuvola di nome Brain, e il secondo è terremoto acquazzone e tifone allo stesso tempo e si chiama Suicidio Fallito.




Lord Madness: L’abitudine fa l’uomo cappellaio. Il cappello è proprio il mio indumento preferito, anche LLCool J non lo toglie mai, e lui è un mito. Vorrei milioni di cappelli, milioni di scarpe, milioni di felpe, di pantaloni e anche i denti d’oro e la capezza coatta con sopra il mio nome! Torniamo sulla terra? Rubo dalla cassa quando mi va bene e compro da Foot Locker quello che, in base al cash, posso prendermi. Le giacchette adidas mi spaccano, comunque sia, “mercatino rappresenta” e street life.

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