sabato 30 aprile 2011

Recensione album Suicidio Reviewed by Andrea Cortellari www.fromthecourt.com

Se stiamo parlando di rap, ci sono pochi tratti della personalità artistica di un mc controversi quanto l’abilità tecnica.
Da una parte la mancaza di tecnica è giustamente il bersaglio delle critiche per il rapper di turno. Dall’altra il partito del “la tecnica è così tanta che ogni tanto mi sfuggono i concetti” è sempre largo di proseliti.
Le posizioni sono entrambe valide e dotate di peso specifico, specie quando si basano su critiche fondate. Ma bando ai discorsi in astratto.
Il Suicidio di Madness è un album che la dice lunga sulla capacità dell’mc capitolino di incastrare le rime. Arricchite di un surplus di extrabeat e giochi ritmici, i versi tolgono senza problemi ogni dubbio sulla validità dell’artista.
C’è questo. E ci sono i contenuti. Non sempre e non sempre in modo così chiaro, ma ci sono. Meglio, ci sono in quei brani che si discostano dal concetto di rima da battaglia, di presentazione spacchiusa, per scendere un po’ più in profondità, indagando l’io di Madness in maniera molto genuina, o per corroborare l’immaginario psicotico e paranoico dell’universo costruito traccia dopo traccia.
Suicidio è un disco in prima persona, con tanta goliardia e tanta oscurità, in un connubio che riesce ad essere a tratti anche intimo e personale, dando ragione della bravura di narratore di Madness – per la verità a volte nascosta – che rischia di passare semplicemente per un portatore di skills notevoli.
Le strofe sono complesse, i ritornelli semplici, a volte troppo, il risultato un disco potenzialmente schizofrenico, tra messa in scena ironica (La seduta), replica macchiettistica dei clichè (La costola di D’Annunzio) e introspezione, ben accompagnato dalla parte strumentale, curata da PEight, a base di un boom-bap piuttosto classico, solido e pulito, fatto qui di beat “d’accompagnamento” e lì di episodi più narrativi, a sottolineare i diversi mood messi in campo.
Suicidio è un album da non sottovalutare. Non necessariamente facile da digerire, con le scarse concessioni che fa a quanto non sia underground, sicuramente all’altezza del suo compito. Da sottolineare come particolarmente riusciti passaggi come Il talento della strada, piuttosto che 28/05/’99, ma qui ovviamente si sconfina nel gusto personale.

TRACK LIST
Lord Madness - Suicidio (Trumen Records 2010) 



  1. This is Madness
  2. Spettacolo
  3. Urla il mio nome (Maddy delirio)
  4. Keep it... [Feat. Levante]
  5. Il talento della strada
  6. La costola di D'Annunzio [Feat. Jesto e Pregioman]
  7. La seduta [Feat. Larri]
  8. La segreteria telefonica di Maddy (skit)
  9. Solo l'inizio
  10. La mia vita in una lacrima [Feat. Aleina D]
  11. L'ostia in bocca a Satana [Feat. Inkastro]
  12. Einstein mastermind
  13. La mia cultura piange
  14. Kurt Kobain [Feat. Indo]
  15. 28/05/'99
  16. Polvere alla polvere [Feat. Woofer]
  17. Smokin' sessione (RadioBomboclat live) (Bonus track)